Io leggo l'etichetta

I coloranti che possono influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini

Un consumatore Fulvio Vitali ci ha scritto su Facebook postando la foto qui sotto: “A cosa serve fare un aperitivo che può influenzare negativamente l’attenzione dei bambini??”

Diverse bevande come ginger o anche il famoso Crodino su cui si è interrogato Fulvio contengono coloranti per i quali previsto l’obbligo per il produttore di riportare la dicitura “PUO’ INFLUIRE NEGATIVAMENTE SULL’ATTIVITA’ E L’ATTENZIONE DEI BAMBINI”

 

Il panel dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) tempo fa ha preso in considerazione gli studi tossicologici più recenti su singoli coloranti, decidendo di ridurre la dose giornaliera accettabile (Dga) per giallo chinolina (E104), giallo arancio S (E110) e rosso cocciniglia A (E124) e riconoscendo che parte della popolazione può manifestare intolleranza alla tartrazina (E102) anche al di sotto della Dga.

Ecco le parole dell’Efsa: “Dopo aver riesaminato tutte le prove disponibili, il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari e le fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti (ANS) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha ridotto la dose giornaliera accettabile (DGA) per i coloranti alimentari artificiali giallo chinolina (E104), giallo arancio S (E110) e rosso cocciniglia A (E124). Il gruppo di esperti scientifici ha di conseguenza concluso che l’esposizione a tali coloranti potrebbe superare le nuove DGA sia per gli adulti sia per i bambini.”

Ma come vengono definiti i coloranti?

I coloranti alimentari sono additivi alimentari che vengono aggiunti agli alimenti principalmente per le ragioni seguenti:

I coloranti alimentari sono contenuti in numerosi alimenti, tra cui snack, margarina, formaggio, marmellate e gelatine, dolci, bevande ecc. Ogni colorante alimentare il cui impiego è autorizzato nell’Unione europea è soggetto a una rigorosa valutazione in termini di sicurezza.

Sicurezza dettata dalla normativa europea: il Parlamento europeo nel dicembre 2008 in piena autonomia, optò per una forma di cautela inserendo sull’etichetta la scritta”può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini “. Ma esistono alternative ai coloranti? Certo che esistono. In questi anni alcune industrie,  hanno cercato alternative ricorrendo a coloranti ottenuti da vegetali (erbe, ortaggi, frutta, petali di fiori) in grado di dare la stessa tonalità e stabilità. Cos’è che frena? I costi come sempre. I coloranti naturali costano di più.

Le risposte dell’Efsa sui coloranti

Se si consuma una quantità superiore alla DGA, significa che si è a rischio? Se sì, a rischio di cosa?

La DGA è la quantità di una sostanza che le persone possono consumare quotidianamente, durante l’intero periodo di vita, senza rischi apprezzabili per la salute. La DGA si ricava generalmente esaminando il livello di assunzione più elevato al quale le sostanze non causano effetti nocivi negli esperimenti sugli animali e applicando un fattore di sicurezza pari a 100, per tener conto delle differenze che esistono tra l’uomo e gli animali. Ciò significa che, anche se le persone superano la DGA per una determinata sostanza, non necessariamente ciò causerà effetti negativi sulla salute.

Il gruppo di esperti scientifici ANS ha ridotto le DGA per tre dei sei coloranti che sono stati valutati, in quanto nuovi dati suggerivano la possibilità che i livelli ai quali essi possono causare effetti negativi sulla salute negli esperimenti sugli animali fossero inferiori a quanto ritenuto in precedenza. Tuttavia ciò è stato fatto per ragioni diverse in ogni caso, in quanto dati diversi

Quali gruppi di popolazione sono esposti ai livelli più elevati? In quali Paesi?

Il gruppo di esperti scientifici ANS ha basato le proprie conclusioni sui dati relativi all’esposizione di bambini a questi coloranti, dati pervenuti da 9 Stati membri dell’UE, e sui dati relativi all’esposizione di adulti facenti parte della popolazione del Regno Unito, che è considerata uno dei maggiori consumatori di bevande analcoliche in Europa. Tali dati indicavano che sia i livelli medi di consumo sia quelli di grado elevato in genere sono parecchio più alti per i bambini che per gli adulti.

Che relazione c’è tra il lavoro dell’EFSA su questi coloranti e quello dell’Autorità per la sicurezza alimentare del Regno Unito (Food Standards Agency, FSA)?

L’Agenzia per la sicurezza alimentare del Regno Unito (Food Standards Agency, FSA) aveva commissionato uno studio, condotto da ricercatori dell’Università di Southampton nel 2007, che indicava che alcune miscele di questi coloranti (con il conservante benzoato di sodio) possono avere un effetto, seppur minimo, sull’attività e l’attenzione in alcuni gruppi di bambini.

L’ex gruppo di esperti scientifici AFC dell’EFSA aveva esaminato questo studio nel 2008, giungendo alla conclusione che in esso non si forniscono prove sufficienti a giustificare una variazione delle dosi giornaliere accettabili (DGA) per i singoli coloranti. Uno dei motivi era che lo studio aveva esaminato miscele e non singoli additivi, pertanto non era possibile attribuire gli effetti ad alcuno dei singoli coloranti.

Nel procedere alla sistematica revisione degli additivi alimentari il cui uso è autorizzato nell’UE, l’EFSA ora ha esaminato tutte le prove disponibili relative a ogni singolo colorante. Tali coloranti sono stati valutati in via prioritaria a causa delle preoccupazioni che erano state sollevate.

Questi coloranti causano effetti sul comportamento nei bambini?

Il gruppo di esperti scientifici ANS ha concluso che le prove scientifiche attualmente a disposizione, incluso il cosiddetto “Studio Southampton” (McCann et al, 2007), non provano un nesso causale tra questi singoli coloranti e possibili effetti sul comportamento. Il gruppo di esperti scientifici si è inoltro trovato d’accordo con il precedente parere dell’EFSA secondo cui lo studio McCann et al non forniva prove sufficienti a sostenere un’eventuale variazione delle DGA per questi singoli coloranti.

Perché l’EFSA esamina solo singoli coloranti, non miscele?

Attualmente, nel sistema europeo di sicurezza alimentare, tutti gli additivi vengono valutati e autorizzati singolarmente. Questo perché, per proteggere i consumatori, la sicurezza di ciascun additivo deve essere dimostrata caso per caso prima che la loro autorizzazione all’uso negli alimenti possa essere presa in considerazione dai gestori del rischio (vale a dire la Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Unione europea).

In pratica non è possibile valutare la sicurezza delle miscele a causa del numero infinito di combinazioni possibili degli additivi con altre sostanze che sono naturalmente presenti nella dieta, tenendo conto delle differenze nella composizione degli alimenti, nelle scelte alimentari dei consumatori e nei modelli dietetici.

E adesso cosa succede?

Il ruolo dell’EFSA consiste nel fornire consulenza scientifica indipendente. L’adozione di qualsiasi successiva misura futura spetta ai decision maker, vale a dire la Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Unione europea.

DOCUMENTO SCIENTIFICO IN PDF IN INGLESE SUL COLORANTE E110 contenuto nel Crodino o in bevande similari

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