Io leggo l'etichetta

Tonno radioattivo? Fukushima, FAO 61 FAO 71 i nomi e le sigle che spaventano. Facciamo chiarezza.

Sta letteralmente impazzando sul web l’allarme relativamente al Tonno radioattivo. Il messaggio ingannevole è il seguente “Controllate il tonno più economico che trovate nei supermercati, dove c’è stampato FAO 61 o FAO 71 è tonno proveniente dal mar del Giappone dov’è stata riversata l’acqua contaminata di Fukushima. Molti produttori fanno inscatolare il tonno in località non sospette con etichette italiane o europee per non far capire che il pescato proviene dal Giappone. Controllate sempre il numero Fao.” L’allarme è fuorviante  e ingannevole perché vengono messe in relazione due zone diverse: la 61 che riguarda Oceano Pacifico del Nord Ovest, zona che comprende l’area del Giappone, dove non viene pescato il tonno qualità pinne gialle commercializzato e venduto in scatola in Italia, con la zona 71 antistante Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea e Australia del Nord, questa si zona di pesca del tonno pinne gialle, ma distante migliaia di km di distanza dalla zona del disastro nucleare. Inoltre i tonni pinne gialle della zona 71 non sono più economici dei tonni pinne gialle pescati nelle zone ad esempio 51 e 57 dell’Oceano Indiano.

zonefao
COSA SONO LE ZONE FAO. Sono le zone di pesca in cui è stato suddiviso il globo dalla FAO
http://www.fao.org/fishery/area/search/enZONE DI CATTURA
ZONE DI CATTURA
Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
Mar Nero Zona FAO n. 37,4
Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87 le zone che interessano a noi http://www.fao.org/docrep/w1310e/w1310e04.htm
Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88

IL TONNO IN SCATOLA PINNE GIALLE NON PROVIENE DALL’AREA 61- Il tonno pinne gialle che è la tipologia di tonno venduto nei supermercati e confezionato in scatola o vetro è pescato nella zona 71 (Pacifico Occidentale Centrale – antistante Filppine, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Australia del nord) o nella aree dell’ Oceano Indiano (zone FAO 51 e 57) caratterizzate da calde acque tropicali molto più calde rispetto a quelle della zona 61 dove non è presente questa tipologia di tonno per le temperature più fredde. La zona FAO 71 (il cui confine a nord dista 4000 km da Fukushima e quello a Sud raggiunge l’Australia) fornisce una buona fetta del tonno a pinne gialle (oltre il 60%) mondiale. Il tonno proveniente dalla zona 71 non è affatto “più economico” di altri come invece si vuole far credere dai post allarmistici messi in giro. Il tonno a pinne gialle inscatolato e lavorato in larga prevalenza in Italia non è quindi presente nell’area 61 (quella che dall’artico arriva fino al Giappone) poiché predilige le acque calde tropicali che non sono tipiche dell’area antistante il Giappone. Quindi i post messi in rete allarmistici sono ingannevoli.

NELLA ZONA 61 ALLORA COSA SI PESCA? – Nella zona 61 che interessa l’area della fuga radioattiva a differenza del tonno pinne gialle è pescato altro tipo di pesce, come il tonno rosso che si trova anche nel Pacifico Nord. Occidentale e nel Mar Mediterraneo http://www.fao.org/docrep/w1310e/w1310e04.htm. La zona di pesca 61 che è l’unica eventualmente a rischio è stata oggetto anche di controlli e di raccomandazioni da parte dell’UE  che ha dato mandato ai Paesi membri di fare controlli a campione per controllare il quantitativo di Caesio- 134 e Caesio-137

RADIOATTIVITA’ –  Uno studio apparso sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” a firma di Nicholas S. Fisher della Facoltà di scienze marine e atmosferiche della Stony Brook University, nello Stato di New York, ha calcolato le dosi a cui è stato esposto l’insieme della flora e della fauna del Pacifico, e le possibile conseguenze sanitarie per l’essere umano, quantificando in particolare il rischio per il livello di esposizione della popolazione statunitense, che è risultato trascurabile perché molto inferiore al livello di radioattività naturale e ad altre fonti di radioattività quali gli apparecchi medicali o i viaggi in aereo. Leggi: http://www.lescienze.it/tonno_contaminazione_radionuclidi_fukushima-1685423/

REAZIONI DEI CONSUMATORI – C’è qualche consumatore come Alessandro Nalli, che per rassicurare gli altri ha postato su facebook la foto del suo misuratore Geiger (vedi foto sopra) che segnala la totale assenza di radioattività proveniente dalle scatolette di tonno se non quella naturale. “Ho controllato alcune scatolette di varie marche che avevo con il mio contatore geiger – scrive Alessandro aggiungendo – nessuno uomo di mondo dovrebbe farselo mancare e sinceramente non ho misurato NESSUNA RADIOATTIVITA’ (oltre quella naturale di fondo, tanto per dire che lo strumento funziona).” E all’obiezione di qualcuno che gli scrive “Dovresti sapere che le radiazioni non escono dalla scatola chiusa” risponde “i raggi gamma escono eccome, comunque una l’avevo pure aperta.” 


Qualche consumatore allarmato ci chiede: “
Ma perché non consumiamo tonno pescato nel Mediterraneo?” Se la domanda è relativa al tonno qualità pinne gialle, la risposta è che nel Mediterraneo è assente questo tipo di pesce. Nel Mediterraneo (FAO 37) è invece presente il tonno rosso, molto più pregiato del tonno giallo e più costoso. Il tonno rosso si trova anche nell’area incriminata FAO 61 del Pacifico Nord. Occidentale e nell’Atlantico Nord Orientale e nell’Atlantico Nord Occidentale (FAO 21 e FAo 27) ma è un pesce capace di arrivare a costare centinaia di €/kg. Il tonno rosso noto per il colore rosso delle sue carni, è il tonno per eccellenza per il sashimi dei giapponesi e infatti è molto richiesto proprio dal Giappone che consuma l’80% del tonno rosso de Mediterraneo, tanto più apprezzato quanto di taglia grande e quindi con maggior massa grassa. Può raggiungere dimensioni superiori ai tre metri e superare i 500 Kg di peso. La lenta crescita e riproduzione, abbinata al massiccio sfruttamento ne fanno una tra le specie più a rischio estinzione purtroppo.


CONTROLLI E TRASPARENZA –
Detto ciò sappiamo bene che in queste ore i consumatori allarmati staranno leggendo le etichette del tonno che hanno a casa cercando le sigle FAO 61 e 71, pubblicando le foto in rete. E’ bene specificare che la norma sull’etichettatura dei prodotti ittici non obbliga all’indicazione della zona di pesca in etichetta nel caso del tonno inscatolato (ma solo nel caso del prodotto non trasformato), quindi non è detto che troviate questa indicazione. Solo aziende che hanno scelto la via della trasparenza la indicano e paradossalmente sono quelle in questo momento più prese di mira rispetto a quelle che non hanno specificato la zona di pesca. Un esempio è il tonno della Coop  il cui tonno è lavorato e confezionato da Nino Castiglione: per trasparenza verso il consumatore viene specificata l’area di pesca del proprio tonno nella zona FAO 71 Pacifico Occidentale Centrale antistante Filppine, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Australia del nord. La zona 71, il cui confine a nord dista 4000 km da Fukushima e quello a Sud raggiunge l’Australia, come abbiamo detto non è corretto equipararla alla zona 61 sia per la grande distanza dal Giappone sia perché in quella zona non si trova il tonno a pinna gialla.

Anche produttori come Asdomar specificano in una pagina di chiarimento la sicurezza del tonno pescato nella zona FAO 71:
In relazione a quanto avvenuto in Giappone a partire dall’ 11 di Marzo 2011, desideriamo rassicurare i consumatori e i clienti sulla sicurezza e la qualità di tutti i nostri prodotti ASDOMAR. Non acquistiamo nè abbiamo mai acquistato tonno proveniente dalla zona FAO 61 – Oceano Pacifico del Nord Ovest, zona che comprende l’area del Giappone, l’unica dichiarata eventualmente a rischio, secondo quanto indicato dalla Unione Europea.
Utilizziamo per le nostre produzioni esclusivamente tonno a pinne gialle che non vive in quelle acque per via delle temperature troppo basse. Il nostro tonno viene infatti pescato nelle calde acque tropicali degli oceani Indiano (zone FAO 51 e 57) e Pacifico Occidentale Centrale (zona FAO 71), quindi in questo ultimo caso, lontano dalle acque antistanti il Giappone.
 
La nostra produzione viene effettuata in conformità alle leggi europee e nazionali secondo quanto stabilito dal “pacchetto igiene” (Regolamenti CE 852/04, Regolamento CE 853/04 e Regolamento CE 178/02), che impone regole igienico sanitarie e di sicurezza da adottare in tutte le produzioni alimentari e lungo tutta la filiera produttiva.Effettuiamo numerosi e severi controlli sulla materia prima, per garantirvi un prodotto di elevata qualità, pregiate caratteristiche organolettiche e, soprattutto, certificata sicurezza, pilastro fondamentale del rapporto di fiducia con il consumatore.
 
A titolo di ulteriore rassicurazione dei consumatori, già dal 2011 monitoriamo l’eventuale presenza di isotopi radioattivi attraverso misurazioni che vengono effettuate direttamente allo scarico dei tonni dell’oceano Pacifico che arrivano interi nel nostro stabilimento.

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