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Le linee guida sulle allergie alimentari dell’EAACI: No al fumo si all’allattamento no a diete particolari in gravidanza.

Oltre 17 milioni di adulti europei e un bambino su 4 in eta scolare soffrono di allergie alimentari. In Italia sono 2.100.000 le persone che ne soffrono pari al 3,5% della popolazione. Tradizionalmente considerate dei semplici fastidi (prurito, naso che gocciola, diarrea) le allergie alimentari divengono, grazie alle Linee Guida EAACI presentate Domenica 23 Giugno 2013 a Milano, oggetto di una più attenta classificazione e comprensione scientifica per prevenire e trattare reazioni allergiche che possono essere serie e perfino fatali.


LA PREVENZIONE INIZIA IN GRAVIDANZA.
 Il documento è di sicuro interesse per la donne in attesa, perché è proprio il momento della gravidanza che sancisce l’inizio della prevenzione per il futuro nascituro. Le neo mamme per la prima volta hanno a disposizione indicazioni chiare e complete per la prevenzione delle allergie alimentari nei bambini. Tutti gli esperti, sulla base delle evidenze scientifiche raccolte ad oggi, concordano su una serie di raccomandazioni per prevenire le allergie alimentari nei bambini. “Le ricerche solo in parte confermano le ‘credenze’ che circolano sull’argomento – spiega Maria Antonella Muraro,  Segretario Generale della EAACI e responsabile del Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e la Cura delle Allergie e delle Intolleranze alimentari del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova – E’ vero ad esempio che l’allattamento esclusivo al seno fino al quarto o al sesto mese ha un effetto di prevenzione, ma non sembra utile per la donna in attesa o che allatta evitare determinati alimentiQuando il latte materno non è disponibile o sufficiente, nei bambini a maggior rischio (ad esempio con genitori o fratelli che hanno sviluppato allergie o asma) si raccomanda di utilizzare nei primi 4 mesi del latte artificiale dai provati effetti ipoallergenici, basati su latte vaccino idrolizzato. Passato il quarto mese l’esposizione ad alimenti potenzialmente allergenici (ad esempio latte o uova) non aumenta il rischio di sviluppare allergie o intolleranze. Non è invece necessaria nessuna restrizione durante la gestazione e l’allattamento, le madri in attesa possono seguire una dieta normale”.

GLI OBIETTIVI DELLA GUIDA: I dati portati da diversi gruppi di studio della EAACI al World Allergy Congress organizzato da EAACI e dalla World Allergy Organization (WAO) hanno richiamato 8 mila specialisti da tutto il mondo con l’obiettivo di offrire raccomandazioni concrete a medici e pazienti così come alle scuole, alle comunità, agli enti regolatori, all’industria alimentare e alle compagnie di assicurazione. Il documento si occupa di diagnosi, trattamento,prevenzione, qualità di vita. L’obiettivo è costituire una piattaforma comune e condivisa di dialogo fra quanti devono gestire i pazienti e quanti possono prendere iniziative che incidano sulla loro vita: dai livelli di assistenza da garantire, ai test diagnostici gratuiti, a terapie e prodotti speciali, dalle regole per l’etichettatura dei cibi agli standard di cura, dalla necessità di lavorare gli alimenti potenzialmente allergenici in aree e linee di produzione fisicamente isolate nelle aziende agli interventi educativi necessari per la gestione delle allergie alimentari.

Dai dati EAAACI emerge che le ammissioni in ospedale per anafilassi (una grave, spesso letale reazione allergica) sono aumentate di sette volte in 10 anni. Nonostante questi numeri, fino a oggi non esistevano in Europa Linee guida basate sull’evidenza scientifica e di utilizzo comune. “I medici, i pazienti, i genitori, le scuole, la società, le industrie alimenari e I governi devono lavorare insieme”, ha detto Antonella Muraro, Segretario Generale eletto della EAACI, “per trovare soluzioni alla crescente minaccia delle allergie. Per questo abbiamo creato le prime Linee guida ufficiali che indicano le migliori pratiche per diagnosticare e gestire le allergie alimentari. Bisogna affrontare insieme aspetti diversi ma fra loro interconnessi”, ha continuato la prof. Muraro, responsabile del Centro di riferimento regionale per le Allergie alimentari presso il Policlinico Universitario di Padova, ”come qualita della vita, educazione del paziente, metodi diagnostici e terapeutici, produzione alimentare, rimborso delle spese mediche e strategie politiche”. Il Presidente della EAACI, Professor Cezmi Akdis ha detto: “Le allergie alimentari stanno crescendo in modo netto. Con l’evoluzione degli stili di vita nel mondo si prevede un numero crescente di allergie nei Paesi avanzati così come in quelli in via di sviluppo e sono i bambini a soffrirne più di altri. Io sono molto fiducioso che la EAACI con queste Linee guida potrà contribuire alla prevenzione delle allergie alimentari “

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DATI: Prevalenza delle allergie alimentari nella popolazione di alcuni Paesi europei. Numero di persone che soffrono di allergie alimentari

Italia 2.100.000  pari al 3,5% della popolazione
Germania 2.900.000 3,5% della popolazione
Francia 2.200.000 3.5% della popolazione
Spagna 1.330.000 3,0% della popolazione
Svizzera 225.000 3,0% della popolazione
Regno Unito 1.200.000 2,0% della popolazione
Olanda 407.000 2,5% della popolazione
Polonia 950.000 2,5% della popolazione

Fonte: EAACI

La European Academy of Allergy and Clinical Immunology, EAACI, (pronuncia: iakki) è una organizzazione senza scopo di lucro attiva nel campo delle malattie di origine allergica e immunologica come l’asma, la rinite, l’eczema, le allergie legate all’ambiente di lavoro, agli alimenti o ai farmaci e lo choc anafilattico. Fondata nel 1956 a Firenze, la EAACI è divenuta la principale Associazione medica nel settore. Ne fanno parte oltre 7800 persone di 121 Paesi e 42 Associazioni nazionali.

 

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