COSMESI MEGLIO BIO O NO? L’OPINIONE DEI “CONSUMATORI” CHIMICI
SEI UN CONSUMATORE E FAI ANCHE IL CHIMICO? DICCI COSA NE PENSI SUI DERIVATI DEI PETROLATI NELLA COSMESI. MEGLIO BIO o NO?
Da una parte il mondo Bio dall’altra il mondo della chimica nonbio. Un mondo quello delle etichette cosmetiche ignorato fino a pochi anni fa, sta attirando sempre più l’attenzione dei consumatori che per la prima volta iniziano a leggere le etichette e a chiedersi cosa sono tutte quelle strane voci. La ricerca in rete porta quasi sempre a siti che accusano petrolati, siliconi, peg, parabeni di far male alla salute. Quanto c’è di vero? Sicuramente di vero c’è che è un fenomeno in crescita che sta inducendo i produttori, a sviluppare in fretta line bio/ecobio per una fascia di consumatori che sta diventando sempre più ampia. E’ l’inizio di un cambiamento? Lo chiediamo ai chimici. Meglio bio o nonbio? Se il petrolio e i suoi derivati per la cosmesi non sono in fondo così dannosi per la salute cosa dire dell’impatto ambientale?
Alex Frignani commentando un post sui petrolati contenuti in uno shampoo scrive: ” Io di lavoro faccio il chimico e le etichette le scrivo. Tanta gente fa tanto rumore per nulla. Tutta la chimica organica si basa su derivati del carbonio..voi stessi siete fatti di proteine, grassi, DNA.. e se dovessi scrivervi di cosa siete fatti scoprireste che di differenze con il petrolio ce ne sono pochissime. Verde non vuol dire sano così come di sintesi non vuol dire pericoloso. Ci vuole cultura e preparazione. Assumete più composti cancerogeni mangiando un toast ben cotto che lavandovi i capelli con lo shampoo… 😉 Quello che cerco di farvi capire è che a parità di formula e di purezza, che io crei una sostanza in laboratorio o la estragga in natura la vita metabolica è identica (e quindi gli effetti). Chimica non vuol dire dannosa. Ovvio e logico bisogna sapere cosa stiamo usando. Se prendiamo letteratura seria in materia di sostanze (per esempio il PEG citato in foto) scopriamo che le raccomandazioni del governo americano impongono al produttore un contenuto come ossido di etilene inferiore a 0.0001%. Se incrociamo il dato con i DNEL per la sostanza (livello derivato di non effetto sulla salute dei lavoratori esposti 8 ore al giorno) che è di 5 ppm e facciamo due conti..scopriamo che lavandoci i capelli 8 ore al giorno con 50 g di PEG 7 puro ogni litro di acqua usata (e non lo shampoo che lo conterrà al 5-10%..quindi almeno mezzo kg/l di shampoo per 8 ore al giorno)…non otterremmo effetti sulla salute. Ora la smettiamo di raccontarci storielle?”
Sara Marcon scrive: Salve a tutti, mi presento innanzitutto… Sono un perito chimico, appassionata ed espetrta in cosmetica, spignattatrice esperta, e come lavoro faccio l’infermiera…. Ho la passione della cosmetica naturale da circa 10 anni, studio fitoterapia da tempo e conosco molto bene la cosmetologia… Detto questo la mia parte è a favore della cosmesi naturale. L’argomento è un mare perchè ci sono mille mila aspetti e tematiche da toccare…mi ci son voluti anni di studio e lo faccio tutt’ora per capire i veri pro e contro di ogni componente e per ognuno c’è una storia dietro. paraffinum liquidum? è petrolio raffinato, quali pregi può avere? a livello di beneficio umano nessuno, ha solo benefici economici per le aziende..costo irrisoio ed slta resa…lo schiaffi in una crema da scaffale, non irrancidisce e dura secoli sullo scaffale…punto… che che ne dicano i farmacisti e formulatori… nel mondo universitario in cui ho bazzicato e frequentato e sopratutto nei laboratori ospedalieri, ho avuto modo di colloquiare con molti esperti formulatori e sopratutto onesti e la realtà è questa…La paraffina è un veicolatore economico e da scaffale che nn irrancidisce….punto, nessun altra spiegazione logica per cui utilizzarlo… olio jhonson? inutile olio….pura paraffina profumata che si puo al massimo usare per oliare le porte…inquinante, occlude i pori con tutti i contro che ne derivano… l’unica nostra salvezza è leggere bene le etichette, vi sono prodotti come la yves rocher o bottega verde che si spacciano per naturali ma non lo sono quasi per nulla, o molti marchi che riportano il nome naturale o biologico ma in realtà non lo sono… l’argomento è vasto, ma in soldoni meno un prodotto è manipolato meglio è per noi…CONSIGLIO : tenete in casa 2 piante di aloe vera di almeno 5 anni, curate scottature, rughe, acne con le foglie tagliate fresche, vedrete i benefici che nessuna crema viso chimica vi ha mai dato…poi imparate a leggere le etichette per non farvi fregare… spesso il marketing è isidioso e molto fuorviante”
Federico Squassabia scrive: “Sono un PhD. in Chimica Organica e da qualche anno mi sto interessando alla questione cosmetica bio o no bio. Sugli scaffali del supermercato e anche nelle farmacie è pieno di saponi, creme ecc. conteneti porcherie inutili. Considerate a titolo di esempio che un sapone normalmente ha 5-6 ingredienti al massimo (vd. sapone di aleppo o di marsiglia vero) , normalmente di origine vegetale (olio di oliva), fatta esclusione per l’idrossido di sodio che serve per il processo di saponificazione. Non capisco quindi gli sterminati elenchi di ingredienti dei vari Bagnoschiuma, saponi, creme ecc. Solitamente sono tutti ingredienti derivati dalla lavorazione del petrolio…..tossici , meno tossici, non tossici, sicuramente molti di essi inutili ai fini dell’efficacia del prodotto. Purtroppo negli anni si è voluto puntare a livello chimico tutto sull’industria del petrolio, mentre altre fonti (pulite ed economicamente vantaggiose sulla lunga distanza) sono stupidamente state messe in disparte. Il ruolo del chimico in questi tempi deve essere quello di promuovere fonti di produzione pulite e alternative a quella del petrolio che si è rivelata fallimentare (è una risorsa finita, provoca inquinamento in maniera pesante, non è più un vantaggio economico….anzi in Italia non lo è mai stato visto che non siamo mai stati produttori).E attenzione……l’equazione chimico= prodotti derivati dal petrolio è una visione vecchia e stupida….chimico è colui che si appresta a manipolare la materia e , tornando al nostro sapone di aleppo, può trattare anche olio di oliva o qualunque sostanza si trovi in natura! Guai se non ci fosse la chimica, non sapremmo nemmeno cosa farne dei vari estratti naturali ecc.”
Paola Russo scrive: “Sono chimico e farmacista e penso che il problrma non sia se sono presenti o no i derivati del petrolio,ma l’eventuale tossicità legata agli effetti sulla cute . La tossicità viene studiata in funzione della concetrazione , del tempo di applicazione e di diversi altri parametri, per cui la semplice presenza non mi sembra molto significativa. Nella lavorazione delle materie prime per la produzione di saponi liquidi e solidi vengono aggiunti anche molti ingradienti che hanno solo lo scopo di rendere il prodotto più gradito al consumatore.”
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