Raccolta differenziata. C’e’ chi dice no perche’ e’ faticoso farla. Siete concordi nel sanzionare chi non la fa?

Mara Palladini ci scrive: “Visto che state attenti e incentivate il consumo critico immagino siate attenti anche al non spreco e all’ambiente. Ecco riguardo allo spreco ieri parlavo con una mia amica sulla raccolta differenziata. Io la faccio da sempre e qui da me c’è anche la raccolta dell’organico/umido. Non vi potete rendere conto di quanto organico con scarti di cibo si produce! ed è rifiuto ecocompatibile al 100%! A seguire produciamo sacchi con moltissima carta ho i miei figli che disegnano molto poi plastica e vetro. Di fatto l’organico lo buttiamo tutti i giorni, la spazzatura normale ogni 3-4 giorni, la carta tutte le settimane, plastica e vetro ogni 2 settimane. Ora questa mia amica si rifiuta di fare la raccolta differenziata e le motivazioni che mi ha avanzato sono due. La prima è che secondo lei è inutile farla perché tanto finisce tutta insieme e la rimescolano…e seconda motivazione che è faticosa essendo lei al quarto piano senza ascensore e avendo la casa piccola non sa dove mettere i singoli contenitori…..Ma vi sembrano motivazioni sensate? Io anche ho casa piccola ma ho messo i singoli bidoni uno sotto un lavabo del bagno per la carta, uno per la plastica in uno stipo della cucina, quello per il vetro fuori dal terrazzo e l’organico sotto il lavandino di fianco al secchio per l’indifferenziata. VOI COME FATE? A me piange il cuore quando io stessa raccolgo tutta quella carta, plastica e vetro e penso a quanta gente la butta nell’indifferenziata! Fanno bene in alcune zone d’Italia dove hanno iniziato a fare le multe a chi non la fa. Da me ancora non hanno iniziato ma spero inizino presto!  Per molti italiani è impensabile che qualcuno si metta a frugare nella spazzatura per cercare un nome da sanzionare…e quindi si sentono liberi di fare quello che vogliono!”

Mara Palladini nella parte finale parla delle multe verso chi non fa la differenziata come di una novità. Eppure sono anni che si sente parlare di tentativi da parte dei Comuni di portare avanti controlli sui cittadini e già nel lontano 2005 quei Comuni che volevano frugare nei sacchetti della spazzatura si sono trovati contro molti cittadini che hanno addirittura chiesto l’intervento del Garante della Privacy. Intervento chiesto per effettiva violazione di privacy o per evitare le multe e continuare a non fare la differenziata?

Sta di fatto che il Garante si espresse. “Sono pervenuti a questa Autorità reclami e segnalazioni con i quali si lamenta una violazione della riservatezza che deriverebbe dalle modalità prescelte da alcuni comuni per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e per accertare le violazioni amministrative in materia. Vari quesiti sono giunti anche da enti locali.

Viola la privacy l’obbligo previsto da alcuni comuni di far utilizzare ai cittadini sacchetti dei rifiuti trasparenti o con etichette adesive nominative per la raccolta “porta a porta”. Lecito, invece, contrassegnare il sacchetto con un codice a barre, un microchip o con etichette intelligenti (Rfid). No ai controlli indiscriminati, ma ispezione dei sacchetti solo nei casi in cui il cittadino, che non ha rispettato la normativa sulla raccolta differenziata, non sia identificabile in nessun altro modo.

Con un provvedimento a carattere generale, di cui è stato relatore Giuseppe Fortunato, il Garante per la protezione dei dati personali ha dato risposta a vari quesiti di enti locali e a numerosi reclami e segnalazioni di cittadini che lamentavano una possibile violazione della riservatezza, derivante soprattutto dalle modalità di raccolta dei rifiuti e dai controlli amministrativi, riguardo ai dati personali rilevabili attraverso i sacchetti stessi o dall’ispezione del loro contenuto. Nei rifiuti finiscono, infatti, molti effetti personali (corrispondenza, fatture telefoniche con i numeri chiamati, estratti conto bancari), a volte relativi anche alla sfera della salute (farmaci, prescrizioni mediche, ecc.) o a convinzioni politiche, religiose, sindacali. Queste informazioni, se trattate in modo non proporzionato o in caso di abusi, possono comportare seri inconvenienti alle persone.

Il Garante ha rilevato che la raccolta differenziata, prevista da specifiche norme, risponde ad un importante interesse pubblico. Ma non ha ritenuto proporzionato l’obbligo imposto da alcuni enti locali ad utilizzare sacchetti trasparenti per la raccolta “porta a porta”, perché chiunque si trovi a transitare sul pianerottolo o nell’area antistante l’abitazione può visionare agevolmente il contenuto. Sproporzionata anche la misura che obbliga ad applicare al sacchetto targhette adesive in cui sia riportato a vista nominativo ed indirizzo della persona cui si riferiscono i rifiuti, in particolare se lasciati in strada.

Invasiva è stata ritenuta anche la pratica di ispezioni generalizzate dei sacchetti. Gli organi addetti ai controlli possono procedere ad ispezioni selettive solo nei casi in cui abbiamo ragione di ritenere che i rifiuti siano stati lasciati senza osservare le norme in materia di raccolta differenziata e il cittadino non sia identificabile in altro modo.

Sì, invece, a codici a barre, microchip o Rfid che consentono di delimitare l’identificabilità della persona solo nel caso in cui sia accertata la violazione delle norme sulla raccolta differenziata. In questo modo gli operatori che verificano l’omogeneità del contenuto del sacchetto (carta, vetro, plastica) non vengono a conoscenza dell’identità della persona, che rimane riservata fino alla decodifica dei codice a barre o del microchip da parte dei soggetti che applicano la sanzione.

Per quanto riguarda infine le cosiddette “ecopiazzole”, il Garante ritiene lecito che i gestori di queste aree in cui i cittadini portano i materiali per la raccolta differenziata, registrino temporaneamente nominativi ed indirizzo di chi conferisce i rifiuti, previa esibizione di un documento di identità, anche per accertare la residenza dei cittadini ed evitare che uno stesso soggetto conferisca i rifiuti in più comuni aggirando i limiti quantitativi ammessi senza oneri.

“Le lettere d’amore, le bollette, gli estratti conto, le confezioni medicinali che decidiamo di buttare nei nostri rifiuti non devono finire nelle mani di chiunque o essere esposti a sguardi indiscreti – afferma Giuseppe Fortunato, relatore del provvedimento – perché sono tutte informazioni che fanno parte di noi, della nostra identità. Da esse si può capire molto dei nostri gusti, delle nostre preferenze, dei nostri stili di vita, del nostro stato di salute. Quindi, sì ai controlli per sanzionare chi non rispetta la raccolta differenziata, no a indebite invasioni nella nostra privacy.”

Roma, 22 luglio 2005

Da allora sono passati 8 anni…