Prodotti all’estero? Conoscere lo stabilimento di produzione dall’etichetta e’ quasi impossibile. Colpa della normativa europea.
SEI UN ITALIANO CHE VIVI ALL’ESTERO? RACCONTACI LA TUA ESPERIENZA.
Un consumatore con il nickname “Su Pippu” ci scrive su Facebook: “Che tristezza, io vivo in Inghilterra e qui l’unica cosa che c’è scritta sui prodotti di presunta origine italiana è “Prodotto in Italia”. Propongo il gruppo “Io VORREI leggere l’etichetta (ma non posso)” per tutti gli espatriati come me. :(“
Ha perfettamente ragione Su Pippu, la normativa europea non obbliga a scrivere l’indirizzo dello stabilimento di produzione e questo significa che gli stessi produttori italiani che esportano all’estero non indicano in quale stabilimento producono perché non sono obbligati a farlo. E lo stesso possiamo riscontrare sui prodotti che acquistiamo in Italia provenienti dall’estero: pensate ai prodotti in Germania venduti alla Lidl. Provate a cercare l’indicazione dello stabilimento di produzione…non la troverete. Unica eccezione la fanno i prodotti a base di carne e latticini che riportano il codice sanitario (un bollino ovale con un codice numerico) che per essere decodificato però richiede al consumatore zelante e attento di andare sul sito internet del Ministero della Salute del paese in cui il prodotto è fabbricato (guardate e prime due lettere IT, DE, UK), scaricarsi l’elenco degli stabilimenti di produzione e andarsi a cercare il numerino per capire chi è il produttore. (vedi esempio) Chi è che effettivamente lo fa? Certamente non i milioni di consumatori che fanno la spesa e che vorrebbero avere più informazioni possibile riportate sull’etichetta proprio mentre stanno acquistando il prodotto.
C’è bisogno di trasparenza. E’ il consumatore che genera fatturato alle aziende produttrici di ciò che mangiamo e consumiamo ed è quindi al consumatore che bisogna dare libero accesso a certe informazioni che consentono di capire quale sia la qualità di un prodotto e la provenienza. Tra queste informazioni di valore c’è anche quella relativa allo stabilimento di produzione che sta a cuore ad Io leggo l’etichetta e che consente di risalire al reale produttore al di la del marchio riportato sulla confezione. Pertanto, in aggiunta a quanto previsto dalla normativa comunitaria, oltre all’identificativo numerico che consente di attuare una gestione “informatica” del dato degli stabilimenti, anche in Europa e sopratutto sui prodotti importati in Italia è necessaria l’informazione testuale di consultazione immediata che identifica lo stabilimento di produzione su tutti i prodotti di origin e animale e non così come avviene in Italia grazie al D.lgs.109/1992 modificato dai d.lgs. 181/2003 e d.lgs.114/2006. Se non si farà vuol dire che gli interessi in gioco sono ben altri. Perché nascondere questa informazione? E’ quanto si chiedono anche consumatori stranieri…
Un consumatore inglese sul suo blog scrive “It’s a mystery to me why these licence numbers aren’t made more accessible to the public. Don’t we have a right to know who produced our food? “ “E’ un mistero per me capire perché questi numeri non sono più accessibili al pubblico. Non abbiamo forse il diritto di conoscere chi produce il nostro cibo? ”
Da ciò cari amici di www.ioleggoletichetta.it potete capire quanto siano importanti le leggi che tutelano il consumatore. Bisogna adoperarsi tutti insieme per far si che anche in Europa vi siano obblighi maggiori sulla tracciabilità come l’obbligo di far sapere qual’è lo stabilimento di produzione e far conoscere sia in Italia che in Europa l’origine delle materie prime utilizzate. Ma sopratutto è necessario tutelare quanto di buono c’è in Italia come l’obbligo derivante dal D.lgs.109/1992 di riportare l’indirizzo dello stabilimento di produzione in etichetta, perché non è assolutamente escluso che questo obbligo scompaia. Io leggo l’etichetta si adopererà per proteggere e migliorare la normativa italiana e portare queste richieste anche al Parlamento Europeo. Insieme, solo tutti insieme, possiamo farcela. Diffondente queste parole ai vostri amici. #Etichettiamoci